BlogL’Equilibrista Instabile 

1 Aprile 2021by stweb
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  Vi presento Daniele Valsecchi, artista emergente che vi stupirà con le sue canzoni e la sua originalità. Nemmeno il lockdown ha potuto fermare la sua creatività, anzi il pezzo appena uscito, dal titolo provocatorio “Lockdown un cazzo”, ha trovato ispirazione proprio tra le mura di casa. È qui infatti che nasce il più grande...

 

Vi presento Daniele Valsecchi, artista emergente che vi stupirà con le sue canzoni e la sua originalità.

Nemmeno il lockdown ha potuto fermare la sua creatività, anzi il pezzo appena uscito, dal titolo provocatorio “Lockdown un cazzo”, ha trovato ispirazione proprio tra le mura di casa. È qui infatti che nasce il più grande desiderio di libertà, la voglia di trovare nuovi spazi per comunicare, relazionarsi e tornare ad emozionarsi.

 

  • Cosa ti manca di più in questo lungo periodo difficile?

Mi manca vivere esperienze da cui nascono le mie canzoni. Mi mancano gli incontri, le persone, la vita in comunità: è questo che in fondo nutre l’emotività di un essere umano.

  • Com’è iniziata la tua avventura con la musica?

 

 

È cominciata alla Nuova Scuola Musicale con la mitica insegnante Mara Todeschini, la mia maestra a cui devo moltissimo. Ho seguito le orme di mio fratello maggiore e a 4 anni avevo già le mani sulla tastiera. Poi è arrivate anche mia sorella. Il merito è della nostra mamma, che ci ha sempre incoraggiati a continuare questo percorso e ci ha accompagnati nella nostra crescita.

 

 

 

 

  • Eri piccolissimo!

Sì, ma non è mai abbastanza presto per familiarizzare con la musica. Ascoltare mio fratello Davide mi ha aiutato molto e il metodo innovativo della Yamaha Music School ha fatto il resto.

  • Mara, cosa ci racconti di questi ragazzi?

Quanti ricordi! Ho viva l’immagine di tre “cuccioli” sul palco: Davide piccolino, ma già maturo e protettivo con i suoi fratelli, Daniele timido e introverso, ma con un mondo dentro che aspettava solo il momento giusto per uscire fuori e Lisa, coccolata tra i suoi fratelli, che incantava tutti con la sua voce.

 

  • Quel bambino che ricorda Mara è cresciuto, com’è ora l’Equilibrista Instabile?

Ha acquisito sicurezza ed è determinato a fare della scrittura e della musica il suo lavoro.

La Nuova Scuola Musicale mi ha abituato presto ad esibirmi davanti al pubblico e adesso mi viene naturale. Quando salgo sul palco la tensione sparisce e riesco davvero ad esprimere tutto quello che voglio. Credo che il rapporto che creo con il pubblico sia essenziale per esprimermi al meglio e ad oggi il palco è uno dei posti che preferisco al mondo.

  • Cos’ha significato per te frequentare i corsi della Yamaha Music School?

Moltissimo. Ho ricevuto una formazione completa che mi ha aperto le porte al futuro. La cosa bella è che ci sono sempre andato volentieri, era come un gioco e intanto imparavo, eccome se imparavo! La musica mi ha accompagnato in tutte le fasi della mia crescita, l’ho sempre amata.

 

  • Suoni altri strumenti oltre al pianoforte?

Il pianoforte ad oggi è lo strumento che suono meno, con cui ho meno confidenza. Ho suonato la batteria durante le scuole superiori: facevo parte di una band con mio fratello e un amico, mancava il batterista e mi sono dato da fare da autodidatta; poi ho iniziato a strimpellare la chitarra, l’ukulele e ogni tanto mi divertivo a suonare l’armonica di mio zio. Utilizzo gli strumenti più che altro per gettare un’idea concreta di un brano, poi con la collaborazione di musicisti professionisti aggiusto l’arrangiamento.

  • In una parola cos’è la musica per te?

Arte, vita, famiglia. Ne ho dette tre, è un problema?

 

  • Nessun problema, sono 3 parole importantissime. Famiglia perché?

La musica ha permesso di creare un rapporto ancora più speciale con i miei fratelli, ci ha uniti tantissimo. Cantiamo e suoniamo insieme fin da bambini e ogni volta è un’emozione unica, indescrivibile. Con mio fratello al pianoforte e la voce pazzesca di mia sorella fare musica è un viaggio meraviglioso.  Abbiamo tre personalità diverse, ma insieme riusciamo ad aprirci totalmente e ad entrare in profonda sintonia.

 

  • Nelle tue canzoni esplori anche le difficoltà della vita, gli aspetti più bui che toccano da vicino i ragazzi della tua età. Che messaggio vuoi comunicare a chi ascolta?

Il messaggio che sta alla base di tutte le mie canzoni è l’importanza della presa di consapevolezza di ognuno di noi. Credo infatti che ogni persona abbia un mondo da conoscere al meglio: il proprio. Le mie canzoni non pretendono di comunicare verità, sono piuttosto strumenti di cui ognuno può servirsi per scoprire sé stesso.

Mi hanno detto una volta: “Tutti gli artisti scrivono o disegnano per farsi conoscere”. Per me è diverso, ciò che mi interessa non è farmi conoscere, ma conoscermi a fondo.

 

  • Non solo musica vero?

La musica è sempre stata fondamentale per me, ma da quando ho scoperto la scrittura, me ne sono perdutamente innamorato. Non penso tanto alla prosa (anche se vorrei scrivere un libro prima o poi), preferisco la poesia. Amo leggere e scrivere, senza paletti stilistici o generi obbligati. Amo le parole: soprattutto se scritte per un profondo bisogno dell’autore.

 

  • Hai fatto tanti concerti, qual è quello che ricordi con più emozione?

Il concerto più importante è stato quello al Castello Sforzesco di Milano. Ero ospite di due grandi musicisti, Roberto Binetti e Alex Pacho Rossi.

 Ho scritto dei testi su alcune loro composizioni jazz. Il palco era enorme e un pubblico inaspettato, la tensione era a mille, ma me la sono cavata bene.

Il momento più emozionante è stato, invece, il mio esordio come Equilibrista Instabile sul palco di Civate, il mio paese in provincia di Lecco: c’era tantissima gente e si è creato un clima d’ascolto magnifico, sembrava che il tempo fosse sospeso.

 

 

Le esperienze più importanti restano comunque quelle più “informali”, gli incontri per strada, le tendate in compagnia. In queste occasioni non termina tutto a fine esibizione, le canzoni diventano stimolo per conversazioni infinite, che mi permettono di conoscere nuove persone e comprendere sempre più profondamente l’UOMO e la sua natura.

 

 

 

  • Abbiamo parlato del passato e del presente, ma guardiamo avanti. Che progetti hai?
    Se passi il tuo tempo a seminare il terreno ti aspetti, a un certo punto, di veder spuntare qualcosa e  di raccoglierne i frutti. Non nego che vorrei vivere dedicandomi giorno e notte alla scrittura e alla ricerca musicale, ma ciò che più mi interessa è essere circondato da persone creative, vive e originali. Passo dopo passo vorrei vedere il mio progetto reggersi sulle sue gambe; solo così potrà accompagnarmi nel corso della mia vita.

 

  • Ho saputo che il tuo gruppo si sta allargando e nuovi artisti vogliono collaborare con te?

Sì, mi capita di ricevere richieste di collaborazione, ma ancor più sono io che cerco di coinvolgere artisti diversi. Questa apertura mi consente di allargare gli orizzonti del mio progetto spaziando tra generi e stili diversi.

 

Ringrazio l’Equilibrista Instabile, Lisa, Davide e Mara Todeschini della Nuova Scuola Musicale di Lecco per questa piacevolissima intervista.

Ora che vi abbiamo conosciuti non smetteremo di seguirvi e di aspettarci nuove sorprese!

 

Equilibrista Instabile, Il mio viaggio nel mondo della musica.

 

 

Francesca Stucchi

 

 

 

 

 

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